Cosa sapere - Rischio vulcanico e bradisismo

Cosa sapere?

All’interno della caldera dei Campi Flegrei, negli ultimi 15mila anni, si sono avute oltre 70 eruzioni che hanno formato edifici vulcanici, crateri e laghi vulcanici ancora ben visibili come Astroni, Solfatara e lago d'Averno. L’ultima eruzione, avvenuta nel 1538, ha dato origine al cono del Monte Nuovo ed è stata preceduta da un sollevamento del suolo che in due anni ha raggiunto 19 metri.

Dall’ultima eruzione, avvenuta nel 1538, la caldera è quiescente, cioè “dormiente”, ma mostra segnali di attività quali emissioni di gas vulcanici (fumarole) e bradisismo.

Tra i fenomeni che caratterizzano la caldera dei Campi Flegrei c'è il bradisismo, dal greco bradýs (βραδύς), che significa "lento" e seismós (σεισμός), che indica “scossa”: una deformazione del suolo che comporta l'alternanza di fasi di sollevamento rapido, associate a terremoti, e fasi di lento abbassamento.

Il fenomeno del bradisismo è legato alla dinamica vulcanica della caldera. Il sollevamento è causato da una spinta dal profondo che deforma le rocce sovrastanti e ne provoca l’innalzamento. Nel deformarsi, le rocce possono arrivare al limite di rottura. I terremoti sono l’effetto di questa rottura.

I numerosi terremoti che accompagnano il sollevamento, e che si possono verificare anche come sciami sismici (numerosi eventi che si susseguono in alcune ore), generalmente non raggiungono magnitudo elevate ma, essendo molto superficiali, sono facilmente avvertiti dalla popolazione.

Questa attività sismica può provocare lesioni a elementi strutturali e non strutturali degli edifici e compromettere la funzionalità di infrastrutture (come, ad esempio, reti idriche o del gas e banchine portuali). La massima magnitudo attesa è stimata tra 4.5 e 5.0 gradi Richter. Le crisi bradisismiche che si sono verificate nei periodi 1969-1972 e 1982-1984 hanno fatto registrare un sollevamento del suolo complessivo di oltre tre metri e migliaia di terremoti. Durante queste crisi, gli abitanti del centro storico di Pozzuoli sono stati allontanati e trasferiti in altri quartieri della città.

Studi specifici sull’attività delle caldere indicano che le crisi bradisismiche non necessariamente culminano in un’eruzione, come avvenuto negli anni ’70 e ’80. Tuttavia, in alcuni casi, questi prolungati fenomeni bradisismici possono precedere un’eruzione.

L’attuale crisi bradisismica

Nel 2005 è iniziata una nuova fase di sollevamento della caldera dei Campi Flegrei. Il valore massimo di sollevamento raggiunto, alla fine di agosto 2024, nel Rione Terra a Pozzuoli (punto di massima deformazione della caldera) è di 132,5 cm. In particolare, da gennaio 2023 ad agosto 2024 il sollevamento registrato è stato di 30,5 cm.

Dal 2018 si è, inoltre, osservato un incremento dell’attività sismica. Nel 2023 è aumentata la frequenza dei terremoti, tutti di bassa magnitudo, tranne quelli del 27 settembre e del 2 ottobre che hanno avuto rispettivamente magnitudo 4.2 e 4.0.

La maggior parte dei terremoti si è verificata nell’area compresa tra Astroni, Solfatara-Pisciarelli-Agnano, Pozzuoli e Golfo di Pozzuoli, con profondità massime di circa 4 km, prevalentemente concentrate nei primi 2 km. Nel 2024, l’attività sismica è aumentata a partire dal mese di aprile con due eventi importanti: il 20 maggio si è registrato un terremoto di magnitudo 4.4 nell'area della Solfatara di Pozzuoli e il 26 luglio si è verificata una scossa di magnitudo 4.0 nel Golfo di Pozzuoli.

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Insieme al fenomeno del bradisismo, l’area dei Campi Flegrei è interessata anche da emissioni di gas vulcanici dal suolo, in particolare nelle aree di Pisciarelli e Solfatara. Alcuni di questi gas, in concentrazioni elevate, possono essere pericolosi per la salute umana e degli animali. In particolare, l’anidride carbonica (CO2), essendo inodore e incolore, è particolarmente insidiosa. Per questo, l’accesso ad alcune zone particolarmente interessate da questo fenomeno potrebbe essere limitato da ordinanze del Sindaco.

L’attività vulcanica dei Campi Flegrei è stata caratterizzata principalmente da eruzioni esplosive. Anche uno scenario futuro prevede questo tipo di eruzione, con i seguenti fenomeni:

• formazione di una colonna eruttiva composta da gas e frammenti vulcanici alta fino a decine di chilometri;
• caduta di materiale vulcanico, sia di grosse dimensioni, nell’area più vicina alla bocca eruttiva, sia di ceneri e lapilli che, spinti dal vento, possono depositarsi anche a diverse decine di chilometri di distanza;
• generazione di flussi piroclastici, cioè valanghe di gas, cenere e frammenti vulcanici ad alta temperatura e velocità che possono scorrere per chilometri e superare anche i bordi della caldera;
• esplosioni freatiche, cioè particolari esplosioni che si verificano in aree a intensa attività idrotermale, come ad esempio quella di Solfatara/Pisciarelli. Queste esplosioni possono verificarsi anche prima di un’eruzione;
• colate di fango, formate da frammenti vulcanici, prevalentemente ceneri, e acqua che si possono generare sia durante l’eruzione, per le possibili piogge concomitanti, sia molto tempo dopo.

Nel mini-documentario “Eruzioni vulcaniche e bradisismo. La risposta di protezione civile”, è esemplificato attraverso una animazione in 3D lo scenario eruttivo su cui si basa la Pianificazione nazionale per il rischio vulcanico.

Nell’area dei Campi Flegrei e del Golfo di Pozzuoli è attivo un sistema di monitoraggio dei parametri geofisici e geochimici del vulcano. Sulla base delle variazioni monitorate, la comunità scientifica valuta i cambiamenti del sistema vulcanico che possono anticipare un’eruzione. In particolare, l'Osservatorio Vesuviano dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), assicura il monitoraggio e l’analisi delle caratteristiche dei gas vulcanici e dei dati relativi alla sismicità e alle deformazioni del suolo. Al monitoraggio di queste ultime, contribuisce anche l'Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell'Ambiente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IREA) con osservazioni da satellite.

Il sistema di allertamento prevede quattro livelli di allerta che vengono definiti sulla base dei parametri del monitoraggio e dello stato di attività del vulcano. Il livello di allerta verde corrisponde all’attività ordinaria del vulcano, mentre i livelli di allerta giallo, arancione e rosso rappresentano stadi crescenti di disequilibrio del vulcano verso una possibile eruzione. La durata di ogni livello di allerta può essere estremamente variabile. I livelli di allerta sono dichiarati dal Dipartimento della Protezione Civile, in raccordo con la Regione Campania.

Le variazioni di livello vengono decise sulla base delle valutazioni fornite dall’Osservatorio Vesuviano dell’INGV e sul parere della Commissione Nazionale per la Previsione e Prevenzione dei Grandi Rischi. Le conseguenti azioni che devono essere intraprese dal Servizio Nazionale della Protezione Civile sono definite nelle fasi operative (attenzione, preallarme e allarme) previste nelle pianificazioni di protezione civile. Le fasi di preallarme e allarme che precedono una possibile eruzione sono dichiarate dal Presidente del Consiglio dei ministri.

Nel 2012, visto il protrarsi delle variazioni di alcuni parametri geofisici e geochimici monitorati (aumento della sismicità, cambiamenti delle emissioni gassose e sollevamento del suolo), è stata innalzata l’allerta per il rischio vulcanico a livello giallo ed è stata attivata la fase operativa di attenzione che prevede il potenziamento delle attività di monitoraggio e la verifica dei Piani di protezione civile.

La pianificazione nazionale di protezione civile per il rischio vulcanico ai Campi Flegrei ha definito la zona rossa e la zona gialla, da non confondere con i livelli di allerta previsti per il vulcano.

Zona rossa: comprende l’area esposta alla possibile invasione di flussi piroclastici che, per le loro elevate temperature e velocità, rappresentano il fenomeno più pericoloso per le persone.

Comuni in zona rossa: Bacoli, Monte di Procida, Pozzuoli, Quarto e parte dei Comuni di Giugliano in Campania, Marano di Napoli e alcuni quartieri di Napoli: Bagnoli, Fuorigrotta, Pianura, Soccavo e parte dei quartieri di Arenella, Chiaia, Chiaiano, Montecalvario, Posillipo, San Ferdinando e Vomero. Abitanti della zona rossa: circa 500mila.

Zona gialla: comprende l’area, esterna alla zona rossa, esposta al pericolo di ricaduta di lapilli e ceneri vulcaniche.

Comuni in zona gialla: Calvizzano, Casavatore, Marano di Napoli, Melito di Napoli, Mugnano di Napoli, Villaricca e 24 quartieri del Comune di Napoli: Arenella, Avvocata, Barra, Chiaia, Chiaiano, Mercato, Miano, Montecalvario, Pendino, Piscinola, Poggioreale, Porto, San Carlo all’Arena, San Ferdinando, San Giovanni a Teduccio, San Giuseppe, San Lorenzo, San Pietro a Patierno, Scampia, Secondigliano, Stella, Vicaria, Vomero e Zona Industriale. Abitanti della zona gialla: oltre 800mila.

Sul sito del Dipartimento della Protezione Civile è disponibile una mappa navigabile delle zone a rischio vulcanico.

Il bradisismo caratterizza tutta l’area dei Campi Flegrei, ma le zone maggiormente interessate sono la zona di intervento e, in particolare, la zona di intervento ristretta (interne alla zona rossa), individuate nel Piano speditivo di emergenza per il fenomeno bradisismico.

Zona di intervento: comprende l’area interessata da terremoti di magnitudo uguale o superiore a 2 (registrati dal 1983) e da sollevamenti del suolo uguali o superiori a 10 cm dal 2015 (corrispondenti a circa 20 cm dal 2006). I dati si riferiscono a ottobre 2023, mese in cui è stata individuata la zona di intervento. Comuni della zona di intervento: Pozzuoli, Bacoli e Napoli (quartiere di Bagnoli e parte della municipalità di Soccavo/Pianura e di Posillipo). Abitanti della zona di intervento: circa 85mila.

Zona di intervento ristretta: è l’area, interna alla zona di intervento, interessata da terremoti di magnitudo uguale o superiore a 2 (registrati dal 1983) e da sollevamenti del suolo uguali o superiori a 30 cm dal 2015 (corrispondenti a circa 45 cm dal 2006). Anche in questo caso i dati si riferiscono a ottobre 2023. In questa zona potrebbero verificarsi i maggiori effetti se il bradisismo dovesse proseguire e/o intensificarsi. Comuni della zona di intervento ristretta: parte di Pozzuoli e una piccola parte di Napoli (quartiere di Bagnoli). Abitanti della zona di intervento ristretta: oltre 33mila.

Sul sito del Dipartimento della Protezione Civile è disponibile una mappa navigabile della zona di intervento.

La pianificazione nazionale per il rischio vulcanico ai Campi Flegrei si basa sui livelli di allerta e sullo scenario di riferimento di una possibile eruzione e individua le zone a rischio (rossa e gialla), di cui si è già parlato nelle pagine precedenti. Descrive inoltre le attività che devono essere organizzate dal Sistema di protezione civile nelle diverse fasi operative (attenzione, preallarme e allarme) che precedono una possibile eruzione. La pianificazione è coordinata dal Dipartimento della Protezione Civile, in raccordo con Regione Campania, Osservatorio Vesuviano dell’INGV, Prefettura-UTG di Napoli, Comuni della zona rossa, Regioni e Province Autonome gemellate e con tutti i soggetti istituzionalmente preposti.

Attenzione: Si intensifica il monitoraggio del vulcano e si verificano i Piani di protezione civile.

Preallarme: Nella zona rossa iniziano le operazioni per il trasferimento delle persone presenti negli ospedali e negli istituti penitenziari, lo spostamento degli animali da allevamento e la messa in sicurezza dei beni culturali più importanti.

Allarme: Tutta la popolazione dalla zona rossa deve essere allontanata. Il tempo massimo stimato per questa attività è di tre giorni (72 ore). Le operazioni sono coordinate dalle Autorità di protezione civile.

L’allontanamento dalla zona rossa Già in fase di preallarme le persone possono decidere di allontanarsi, trasferendosi in una sistemazione scelta in autonomia e ricevendo un contributo economico dallo Stato. In caso di allarme per una possibile eruzione è invece previsto l’allontanamento obbligatorio della popolazione che vive in zona rossa, come unica misura di salvaguardia. Per annunciare l’inizio delle operazioni viene inviato sui cellulari di chi si trova in Campania un messaggio IT-alert.

Chi decide di allontanarsi in autonomia lo deve comunicare al proprio Comune e deve seguire i percorsi viari previsti dalla pianificazione, secondo gli orari stabiliti. Dai varchi stradali previsti (cancelli) potrà raggiungere la sistemazione offerta nella Regione o Provincia Autonoma gemellata o la sistemazione individuata personalmente (come seconda casa, casa di parenti o amici, casa in affitto), ricevendo un contributo economico da parte dello Stato.

Chi decide di allontanarsi in modo assistito sarà accolto nella Regione o Provincia Autonoma gemellata. Per poter usufruire dei mezzi messi a disposizione dallo Stato, è necessario recarsi nelle aree di attesa individuate dal Piano di protezione civile comunale, autonomamente o con le navette organizzate dal proprio Comune. Da qui il trasferimento verso le aree di incontro fuori dalla zona rossa avverrà con i pullman della Regione Campania, mentre lo spostamento verso la Regione o Provincia Autonoma gemellata sarà assicurato dai mezzi di trasporto previsti dalla pianificazione (treno, autobus, nave). I dettagli dell’accoglienza della popolazione sono definiti nei Piani delle singole Regioni e Province Autonome.

Aree di attesa, aree di incontro e cancelli di primo livello sono consultabili sul sito del Dipartimento della Protezione Civile.

Per la zona gialla, eventuali misure di allontanamento verranno valutate a evento in corso, in base all’entità dell’eruzione e alla direzione dei venti che determineranno quali territori saranno effettivamente interessati in modo importante dalla caduta di ceneri.

Perché non viene offerta una sistemazione alternativa in aree interne o poco popolate della regione Campania?
Considerato l’alto numero delle persone che vivono in zona rossa, la loro ricollocazione in Campania avrebbe un impatto difficilmente gestibile in termini organizzativi e di vivibilità. I piccoli centri, infatti, non sono dotati delle strutture pubbliche necessarie a supportare e sostenere un incremento tanto importante della popolazione. Invece, il trasferimento in altre Regioni o Province Autonome potrà consentire ai cittadini della zona rossa di usufruire, oltre che dell’alloggio, anche dell’assistenza sanitaria, della continuità scolastica e dei servizi essenziali.

Per rispondere alla crisi bradisismica in atto sono state potenziate le attività di monitoraggio del vulcano e, più in generale, sono state rafforzate le azioni di prevenzione del Sistema di protezione civile attraverso il decreto-legge n. 140 del 12 ottobre 2023.

Il provvedimento ha previsto una serie di misure, quali: l’analisi della vulnerabilità delle zone edificate; l’elaborazione di un Piano speditivo di emergenza; la definizione di un Piano di comunicazione alla popolazione; la verifica della funzionalità delle infrastrutture di trasporto e degli altri servizi essenziali; il potenziamento della risposta operativa territoriale di protezione civile.

Gli aggiornamenti sulle attività di protezione civile in corso sono disponibili sul sito del Dipartimento della Protezione Civile.

Il Piano speditivo di emergenza

Il Piano, elaborato dal Dipartimento della Protezione Civile, in raccordo con Regione Campania, Prefettura-UTG di Napoli e con gli enti e le amministrazioni territoriali interessati, definisce la strategia e le procedure operative per rispondere agli effetti del bradisismo nelle zone di intervento e di intervento ristretta.

A differenza del rischio vulcanico, non sono previsti livelli di allerta perché sismicità e deformazioni del suolo non sono fenomeni prevedibili. Il Piano definisce invece tre scenari operativi a gravità crescente, in considerazione dei diversi impatti del bradisismo su edifici e infrastrutture. Sulla base di quanto previsto dal Piano speditivo, i Comuni della zona di intervento hanno il compito di aggiornare i propri Piani comunali di protezione civile con misure specifiche dedicate al bradisismo.

È prevista una evacuazione anche per chi vive nella zona di intervento?
Nel terzo scenario, che è quello più grave, la popolazione della zona di intervento ristretta potrebbe essere allontanata temporaneamente e trasferita in altri Comuni della Campania se i danni agli edifici e alle infrastrutture fossero tali da non poter più garantire, in modo efficace, i servizi essenziali per i cittadini. Puntuali evacuazioni potrebbero comunque rendersi necessarie in qualsiasi momento.

  • Il bradisismo è legato alla dinamica vulcanica della caldera: è importante monitorarlo anche per comprendere meglio l’eventuale evoluzione del vulcano verso una possibile eruzione.
  • Il fenomeno bradisismico da solo è in grado di determinare criticità sul territorio, come danni a infrastrutture ed edifici; per questo, le crisi bradisismiche richiedono una gestione dedicata.
  • Per il rischio vulcanico e il fenomeno bradisismico ai Campi Flegrei sono state elaborate due distinte pianificazioni nazionali.
  • Se vivi, lavori o soggiorni nella Città Metropolitana di Napoli, informati se la tua area rientra nella zona rossa o gialla per il rischio vulcanico e/o nella zona di intervento per il fenomeno bradisismico.
  • Se vivi nella zona di intervento, è molto importante sapere quando e come è stata costruita la tua casa (con quali materiali e su quale tipo di terreno) e soprattutto se è stata successivamente modificata rispettando le norme sismiche.
  • Per la zona di intervento è previsto un Piano di analisi della vulnerabilità sismica dell’edilizia privata. Per saperne di più, rivolgiti all’ufficio di protezione civile del Comune.
  • La popolazione della zona di intervento ristretta potrebbe essere allontanata nel caso in cui i danni agli edifici e alle infrastrutture provocati dalla crisi bradisismica fossero tali da non poter più garantire, in modo efficace, i servizi essenziali per i cittadini.
  • La caldera dei Campi Flegrei è soggetta anche all’emissione di gas vulcanici che, in certe concentrazioni, possono essere molto pericolosi per la salute umana.
  • In caso di allarme per il rischio vulcanico, è previsto l’invio di un messaggio IT-alert sui cellulari delle persone che si trovano nella regione Campania per informare di una possibile eruzione imminente ai Campi Flegrei.
  • In caso di allarme per il rischio vulcanico, è obbligatorio l’allontanamento della popolazione che vive in zona rossa, anche se l’eruzione potrebbe non verificarsi effettivamente. L’accesso all’area rimane vietato fino a diverse indicazioni da parte delle Autorità di protezione civile.