Cosa sapere - Radiologico e nucleare

Cosa sapere?

In Italia non ci sono centrali nucleari in funzione, ma il nostro Paese è ugualmente dotato di un Piano nazionale per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleari per fare fronte a incidenti che possono accadere in impianti nucleari al di fuori del territorio nazionale. Esistono impianti nucleari per la produzione di energia in Francia, Svizzera, Germania e Slovenia, posti a meno di 200 chilometri dal confine italiano.

La materia è costituita da atomi. In natura, la maggior parte degli atomi sono stabili, cioè non subiscono trasformazioni, altri atomi invece tendono a trasformarsi (atomi instabili) e nel farlo emettono particelle cariche di energia, un fenomeno noto come “radioattività”. L’energia emessa è detta “ionizzante”.
Tutti i tipi di radiazioni ionizzanti interagiscono con la materia, incluso il corpo umano, trasferendovi tutta, o parte, della loro energia.
Il trasferimento di radiazioni al corpo umano può provocare danni agli organi e ai tessuti, in relazione al tipo e alla quantità di dose di radiazione ricevuta.

La radioattività può avere origine naturale o artificiale. La radioattività naturale è legata a fenomeni come i raggi cosmici che arrivano dallo spazio o a quella presente nella crosta terrestre.
La radioattività artificiale è quella generata per scopi medici (ad esempio in radioterapia e in radiodiagnostica), industriali e di ricerca (ad esempio in industrie petrolchimiche, impianti per la sterilizzazione e la conservazione di generi alimentari, in strumentazione di laboratorio) e per la produzione di energia da centrali nucleari.

Con lo scopo di avvisare e supportare le autorità che hanno il compito di prendere le decisioni per tutelare la popolazione in caso di dispersione radioattiva sul territorio nazionale, l’Italia dispone di strumenti in grado di monitorare la radioattività presente nell’aria, in particolare:

  • le reti di pronto allarme che sono costituite da stazioni poste nei luoghi dove è più probabile l’ingresso di una nube radioattiva a seguito di un incidente grave in una centrale nucleare vicina al confine nazionale, per segnalare possibili condizioni anomale di radioattività.
  • Le reti di sorveglianza regionali e nazionali, costituite da laboratori che monitorano la radioattività dell’ambiente, con l’obiettivo di evitare che la popolazione possa essere esposta alle radiazioni o ingerire alimenti contaminati, attraverso l'analisi dell'aria, dell'acqua potabile e dei prodotti alimentari, quali il latte e le verdure a foglia larga commestibili, o l'erba dei pascoli e il fieno per il bestiame.
  • Le reti locali che mirano invece al controllo della radioattività di una specifica installazione nucleare o impianto di ricerca sul territorio.

Il Piano nazionale per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleari individua le misure necessarie per fronteggiare le conseguenze di incidenti in impianti nucleari oltre frontiera, prevedendo tre tipi di scenario: incidenti in impianti entro i 200 chilometri dal confine nazionale; incidenti in impianti oltre i 200 chilometri dal confine nazionale; incidenti in impianti in Paesi extraeuropei.

Il Piano definisce le procedure per gestire il flusso delle informazioni e quelle per l’attivazione e il coordinamento del Servizio Nazionale della Protezione Civile. Stabilisce inoltre il modello organizzativo per la gestione dell’emergenza, indicando interventi prioritari e misure per mitigare e limitare le conseguenze dell’incidente nel nostro Paese. Il Piano prevede misure protettive specifiche per i tre scenari considerati.

Nel caso di incidente grave in un impianto nucleare a meno di 200 chilometri dal confine nazionale con possibile interessamento del territorio italiano da una nube radioattiva, il Piano prevede le seguenti misure protettive:

  • misure protettive dirette, come l’indicazione di riparo al chiuso e di iodoprofilassi (assunzione di compresse di ioduro di potassio per determinate categorie di persone) nelle regioni interessate dalla nube;
  • misure protettive indirette, come il controllo della catena alimentare, la restrizione alla distribuzione e al consumo di alimenti, la protezione degli animali da allevamento e dei campi agricoli su vaste aree del territorio nazionale.

Nel caso, invece, di incidente grave in un impianto nucleare che si trova oltre i 200 chilometri dal confine nazionale sono previste esclusivamente misure indirette su vaste aree del territorio nazionale.

In caso di incidente in un impianto nucleare extraeuropeo, considerata la grande distanza del nostro Paese dal luogo dall’incidente, il Piano prevede principalmente misure per assistere i connazionali che si trovano nel territorio interessato dall’evento, per la restrizione all’importazione di alimenti e di altri prodotti e per il controllo delle persone che rientrano dalle aree a rischio per verificarne l’eventuale contaminazione.

Queste stesse misure sono previste per tutti e tre gli scenari.

Il sistema di allarme pubblico IT-alert è utilizzato in caso di incidente in un impianto nucleare entro i 200 chilometri dal confine italiano, per il quale le autorità del Paese interessato dichiarano lo stato di “Emergenza Generale”.

In considerazione di questo scenario di rischio e del possibile passaggio della nube radioattiva anche sul territorio italiano, il Dipartimento della Protezione Civile attiva la fase operativa di “allarme”. Viene quindi inviato un messaggio IT-alert sul cellulare della popolazione potenzialmente interessata, per informarla del possibile pericolo. È quindi importante sapere fin da subito cosa fare.

  • Gli incidenti che si verificano negli impianti nucleari possono avere caratteristiche diverse e, in alcuni casi, provocare il rilascio di radiazioni all’esterno della struttura.
  • In base alla tipologia di incidente, alle sostanze rilasciate, alla distanza dell’impianto dal confine nazionale italiano e alle condizioni meteorologiche (venti, piogge, ecc.), le autorità possono disporre l’adozione di misure diverse per la tutela della popolazione e dell’ambiente che tengono conto dei dati rilevati dalle reti di monitoraggio della radioattività e delle valutazioni sui possibili effetti sulla popolazione.
  • I nostri sensi non percepiscono le radiazioni, che possono invece essere rilevate e misurate con l’uso di strumenti specifici. Per questo, in caso di emergenza, è fondamentale seguire le indicazioni delle autorità.
  • L’Italia si è dotata di un sistema di allarme pubblico, IT-alert, per l'informazione diretta alla popolazione, che dirama ai telefoni cellulari presenti in una determinata area geografica messaggi utili in caso di gravi emergenze o catastrofi imminenti o in corso, tra cui un incidente in un impianto nucleare entro i 200 chilometri dal confine italiano. Ricordati che il sistema IT-alert ha alcuni limiti. Per approfondimenti vai su www.it-alert.gov.it.
  • Altre fonti di rischio sono presenti sul territorio nazionale, connesse a possibili incidenti durante il trasporto di materiale radioattivo o combustile irraggiato, a incidenti in ambito medico, in impianti industriali e di ricerca dove sono stoccate o utilizzate sostanze radioattive e nucleari e alla sosta, in alcuni porti italiani, di navi o sottomarini stranieri a propulsione nucleare. Tali rischi sono gestiti dai Piani di emergenza locali, di competenza delle Prefetture interessate.