notizia19 dicembre 2022

"Il terremoto dove nessuno se lo aspettava: Bargagli e Davagna", come affrontare il sisma dove il sisma non c'era

All'incontro presenti anche le buone pratiche di Io non rischio

Un momento dell'incontro "Il terremoto dove nessuno se lo aspettava: Bargagli e Davagna"

Il 22 settembre e il 4 ottobre 2022 due terremoti, rispettivamente di Magnitudo Locale 4.1 e 3.5, hanno colpito due comuni del genovese, Bargagli e Davagna. Le scosse sono state percepite in una vasta area, dal levante all’entroterra fino a Genova, spaventando la popolazione e mettendo in allerta gli scienziati; a destare preoccupazione è stata soprattutto la rarità di fenomeni di tale intensità nella storia dell’area in questione.

Da questo spunto è nata l'idea di “Il terremoto dove nessuno se lo aspettava: Bargagli e Davagna”, un incontro che si è svolto il 15 dicembre a Recco nella sede del gruppo comunale che ha promosso l'iniziativa. All’evento hanno partecipato sismologi e geologi dell’Università di Genova, gestori anche per conto di Ingv della rete sismica dell’area nord ovest del Paese; loro è stato il compito di spiegare la natura dei terremoti dei mesi passati, affrontando anche aspetti di carattere generale come quelli della formazione e dei sistemi di misurazione del fenomeno.

Rischio sismico vuol dire anche conoscenza e prevenzione. Grazie a Io non rischio, i volontari del gruppo comunale hanno avuto l’opportunità di condividere con i cittadini e gli studenti del liceo scientifico locale i comportamenti da mettere in atto prima, durante e dopo il terremoto in modo da ridurne le possibili conseguenze.

Molte sono state le tematiche al centro della serata: dal fenomeno del terremoto alle metodologie di studio, passando per l'approfondimento dedicato alla sequenza sismica e i risultati emersi dalle analisi dei dati, ottenuti sfruttando la rete di cui fanno parte sei nuovi sismografi installati dall’Università a Davagna, Lumarzo, Cornua alla quale si aggiunge un settimo installato a fine novembre nella sede del gruppo comunale.

Fonte foto: Zanleone